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Veramente una bella storia quella della SOCIETA’ RINALE PRATO, fondata nel 1865 conserva la storia da oltre 150 anni.

Nacque come SOCIETA’ CARNEVALESCA RIONE PRATO perché organizzava il veglione al Teatro degli Illuminati e, promuoveva qualche scampagnata al parco di Villa Montesca o alla greppa del Tevere.

Tevere che per il Rione Prato è stato sempre preminente e, di storia ne potrebbe raccontare molta.

C’erano i Pescatori (Pucchiolino-Petecchia-Mario della Morte), le Lavandaie che su grosse pietre lavavano il bucato, i carrettieri che vagliavano e trasportavano la breccia, i Ragazzi che facevano il bagno (l’acqua era pulita) e la greppa era l’unico luogo di svago, era insomma la spiaggia dei poveri, vicino al ponte lavoravano  gli scalpellini (Gorillo-Poppolone-Labellagina) e si ritrovavano spesso sotto il pergolato dell’osteria di Gigiotto.

Il mercato del bestiame del giovedì era un avvenimento, anche per le osterie nelle quali le persone si riversavano per consumare il pranzo che portavano da casa (il legato) e, le osterie al Rione Prato erano molte: La Vittoria, Gigiotto, Menchino, La betta del Rosino, La Mariaccia, La Cannoniera, La Righetta, quest’ultima famosa per la sua ricetta di caffè liquori e aromi vari che ancora oggi porta il suo nome.

Nei primi anni sessanta diventa SOCIETA’ RIONALE PRATO e pur continuando nella tradizione organizzando veglioni con magnifici addobbi, allargò il suo campo d’azione in altri settori.

Ripristinò il Maggio Prataiolo alla Montesaca, realizzò carri allegorici  carnevaleschi (Dodone e l’Elefante Indiano).

Nel sociale aiutò le persone in difficoltà, premiò gli anziani del rione, festeggiò i CENTO ANNI della Sciapetta, mitica affittacamere, costruì i giardini di Porta Prato con annessi pallai, organizzò la gara di GO-KART a livello Nazionale, sostenne economicamente la squadra di calcio, inventò la Cena Sociale nelle vie del Rione.

Nel Rione c’erano  botteghe e attività di ogni genere, l’arrotino, il bastaio, il calzolaio, il sarto, lo stagnino, il fabbro, il canestraio, il maniscalco. Ai frontoni c’era Ferro che costruiva macchine agricole e Nicla (il funaro) che produceva corde di ogni tipo.

Botteghe e attività che col passare degli anni sono tutte scomparse ma, nel 2000 IL CONSIGLIO DIRETTIVO DELLA SOCIETA’ RIONALE PRATO li ha voluti riproporre inventando la festa “LE GIORNATE DELL’ARTIGIANATO STORICO”, cercando di far rivivere l’atmosfera di quel tempo passato.

 

Giuliano Biagini